Vedrana
Scheda
Il toponimo “Vedrana, sia derivi dall’assegnazione della terra a soldati veterani (da cui Veterana), sia fosse una vasta tenuta della gens Veturia (da cui Veturiana), richiama alla dominazione romana. E’ la più vasta frazione budriese. Attestata in un documento dell’828, fino a tutto il secolo X fu in giurisdizione degli arcivescovi di Ravenna e solo alla metà del XII passò sotto Bologna. Nel Medioevo fu centro florido, con una popolazione abbastanza numerosa, se prima del 900 poté essere qui fondata una chiesa battesimale. A metà del XII secolo era - come appare nello stemma - un ricco castello fortificato, incendiato nel 1175, durante la lotta dei Comuni contro l’imperatore Barbarossa, dall’arcivescovo di Magonza, Cristiano Buren, che aveva sconfitto i Bolognesi presso il torrente Quaderna. L’ancor esistente palazzo detto il Donzone, probabilmente è il risultato di una sua ricostruzione nel 1500. Quasi un secolo dopo, il Comune di Bologna, trovando in questa località una popolazione numerosa, vi istituì una podesteria; più tardi essa divenne dipendente da quella budriese. Intanto vasti fondi diventarono proprietà di nobili famiglie bolognesi, come i Gozzadini, gli Alamandini, i Grassi, i Ratta, i Guidotti, che qui operarono bonifiche agrarie, introducendo anche nuove colture (come il riso nella seconda metà del Settecento) e costruirono ville, ancor oggi di grande attrattiva. Fra le più imponenti, Villa Ratta, costruita tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento. Un tempo faceva parte dei possessi Ratta anche il Roccolo, tipico edificio innalzato a fine Settecento come casino di caccia.
Pure a Vedrana la rettifica dell’Idice nel 1816 portò grandi benefici, facendo scomparire il pericolo di inondazioni e dando inizio ad un processo di rinnovamento dell’agricoltura.
Centro della comunità fu, dalle origini, la Pieve di S. Maria Annunziata, sorta tra il X e l’XI secolo, di cui rimangono all’interno gli archi a tutto sesto e i pilastri con semplici capitelli ; e all’esterno i muri della navata maggiore, con le lesene e il fregio di archetti pensili. Trasformata in più riprese, subì le modifiche maggiori nei lavori di ristrutturazione tra il 1855 e il 1880. All’interno la chiesa, nella sua forma basilicale, offre un aspetto di grande armonia, accentuata dalle decorazioni nel presbiterio e nella cupola del pittore bolognese Alessandro Guardassoni (1819-1888). Ospita anche una tela, l’Annunciazione, attribuita a Elisabetta Sirani, o ad uno dei Gennari. Sparse nella campagna sorgono numerose case rurali con particolari tipologie come il complesso di San Leo, la cinquecentesca costruzione chiamata La Motta e alcuni oratori (foto 034).
Vedrana è da molti anni nota per un divertente appuntamento annuale: il Carnevale
Pure a Vedrana la rettifica dell’Idice nel 1816 portò grandi benefici, facendo scomparire il pericolo di inondazioni e dando inizio ad un processo di rinnovamento dell’agricoltura.
Centro della comunità fu, dalle origini, la Pieve di S. Maria Annunziata, sorta tra il X e l’XI secolo, di cui rimangono all’interno gli archi a tutto sesto e i pilastri con semplici capitelli ; e all’esterno i muri della navata maggiore, con le lesene e il fregio di archetti pensili. Trasformata in più riprese, subì le modifiche maggiori nei lavori di ristrutturazione tra il 1855 e il 1880. All’interno la chiesa, nella sua forma basilicale, offre un aspetto di grande armonia, accentuata dalle decorazioni nel presbiterio e nella cupola del pittore bolognese Alessandro Guardassoni (1819-1888). Ospita anche una tela, l’Annunciazione, attribuita a Elisabetta Sirani, o ad uno dei Gennari. Sparse nella campagna sorgono numerose case rurali con particolari tipologie come il complesso di San Leo, la cinquecentesca costruzione chiamata La Motta e alcuni oratori (foto 034).
Vedrana è da molti anni nota per un divertente appuntamento annuale: il Carnevale