Prunaro
Scheda
Il nome, Prunarium (ricco di pruni) e il disegno dello stemma ricordano una antica particolarità della zona, già abitata in tempi preistorici e protostorici, come attestano i rinvenimenti archeologici. In epoca romana vicus importante, appare nei documenti nel 946 e più volte nel primo secolo dopo il Mille. Qui ebbero vaste proprietà, a partire dal Trecento, i signori bolognesi Gozzadini, che, oltre ad essere patroni della chiesa parrocchiale di S. Lorenzo, possedevano un grande mulino innalzato nel 1311 presso il Canale Fossano. Anche i Malvezzi avevano terre e abitazioni, delle quali rimane, in completa rovina, un monumentale palazzo presso la via dei Mori. Nell’Ottocento, la famiglia Loup vi impiantò, come a Cento, un efficiente caseificio e costruì, presso la via S. Vitale, una fontana “a comodo del pubblico”, tuttora esistente (anche se muta), rinomata un tempo per l’acqua leggerissima. Recentemente restaurato, spicca nella sua eleganza il Palazzo delle Scuole elementari, dall’architettura e dal decoro in stile liberty, oggi sede del “Museo Valle dell’Idice – Fondazione Cervellati”, che ospita interessanti mostre.
Da Prunaro, e precisamente dalla Fabbreria del Trebbo (edificio tuttora esistente, anche se adibito ad altro uso) sulla via S. Vitale, nell’ottobre 1867 partirono i garibaldini di Bologna, Budrio, Medicina e Minerbio per raggiungere nel Lazio Garibaldi, che tentava la liberazione di Roma.
Da Prunaro, e precisamente dalla Fabbreria del Trebbo (edificio tuttora esistente, anche se adibito ad altro uso) sulla via S. Vitale, nell’ottobre 1867 partirono i garibaldini di Bologna, Budrio, Medicina e Minerbio per raggiungere nel Lazio Garibaldi, che tentava la liberazione di Roma.