Museo civico Archeologico e Paleoambientale "Elsa Silvestri"
storia
Scheda
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Via Mentana 32 |
Telefono | 051 6928286 |
cultura@comune.budrio.bo.it |
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Apertura | Il museo Archeologico è visitabile previo appuntamento con l'Ufficio Cultura al numero 051 6928286 - 6928279 e-mail cultura@comune.budrio.bo.it |
Informazioni | Durata media della visita: 1 ora |
Modalità di accesso |
ogni terza domenica del mese o su appuntamento
|
Il museo è stato inaugurato nel 1982 con l’allestimento della sezione romana, a questa si sono aggiunte le sezioni dedicate all’Età del Bronzo, all’Età del Ferro e la sezione paleoambientale . I materiali esposti provengono da ricognizioni di superficie e scavi effettuati nel territorio di Budrio e Castenaso.
All’ingresso, un grande plastico riproduce il territorio circostante la città, dalle pendici collinari a Maddalena di Cazzano, e illustra, con l’ausilio di un video sincronizzato, il millenario rapporto creatosi tra uomo e ambiente, attraverso gli insediamenti e le attività economiche nel periodo che va dal Paleolitico all’Alto Medioevo.
Sono esposti: manufatti del Paleolitico inferiore in pietra scheggiata (lame e schegge di medie e grandi dimensioni, nuclei, choppers) risalenti a più di 800.000 anni fa, rinvenuti nel corso delle ricerche condotte nei depositi alluvionali circostanti l’Idice da Luigi Fantini, pioniere degli studi sulla preistoria in ambito bolognese; oggetti appartenuti agli antichi abitanti del territorio (pugnali, punte di freccia e di lancia) raccolti nel sito di Trebbo Sei Vie, importante insediamento dell’Età del Bronzo recente; strumenti da lavoro in bronzo, corno di cervo e osso, punteruoli, scalpelli, falcetti, beni di lusso come spilloni di bronzo, vasellame proveniente dagli insediamenti coevi di Castenaso e Villanova.
La sezione dedicata all’Età del ferro presenta le testimonianze degli insediamenti e della necropoli di Castenaso, con le ricche tombe a ossario che hanno restituito, accanto ai resti combusti dei defunti, il corredo di vasi e oggetti personali che dovevano rappresentare, dopo la morte, il rango avuto in vita dal proprietario.
Dopo un silenzio che copre quasi cinque secoli, si passa al più noto e vivace mondo dei Romani della colonia di Bononia (fondata nel 189 a.C.) e del municipio di Claterna. La vita dei coloni romani riemerge negli oggetti rinvenuti nel terreno fra i resti delle fattorie: la bella ceramica da mensa, quella più modesta o rozza da cucina, i vasetti per bere, i resti di tante ampolle in vetro per profumi o di lucerne decorate, anfore, macine e persino un frammento di vetro da finestra.
Un piccolo plastico propone la ricostruzione di una abitazione del IV secolo d.C., e dell’aia che la circondava; un modello di groma, lo strumento utilizzato dai romani per tracciare le strade perpendicolari fra di loro, è collocato accanto ad una grande foto panoramica del territorio nella sua configurazione attuale.
La visita si conclude sui riti funebri del mondo romano con la ricostruzione di due tombe, una in tegole e una in mattoni (rispettivamente del I e del IV sec. d.C.), provenienti dai sepolcreti di due fattorie.
Il 21 maggio 2011, il museo è stato intitolato alla Professoressa Elsa Silvestri, studiosa e ricercatrice nell’ambito della conservazione e valorizzazione del patrimonio ambientale, archeologico e paleoambientale, che lo aveva fortemente voluto e realizzato nel 1982.
All’ingresso, un grande plastico riproduce il territorio circostante la città, dalle pendici collinari a Maddalena di Cazzano, e illustra, con l’ausilio di un video sincronizzato, il millenario rapporto creatosi tra uomo e ambiente, attraverso gli insediamenti e le attività economiche nel periodo che va dal Paleolitico all’Alto Medioevo.
Sono esposti: manufatti del Paleolitico inferiore in pietra scheggiata (lame e schegge di medie e grandi dimensioni, nuclei, choppers) risalenti a più di 800.000 anni fa, rinvenuti nel corso delle ricerche condotte nei depositi alluvionali circostanti l’Idice da Luigi Fantini, pioniere degli studi sulla preistoria in ambito bolognese; oggetti appartenuti agli antichi abitanti del territorio (pugnali, punte di freccia e di lancia) raccolti nel sito di Trebbo Sei Vie, importante insediamento dell’Età del Bronzo recente; strumenti da lavoro in bronzo, corno di cervo e osso, punteruoli, scalpelli, falcetti, beni di lusso come spilloni di bronzo, vasellame proveniente dagli insediamenti coevi di Castenaso e Villanova.
La sezione dedicata all’Età del ferro presenta le testimonianze degli insediamenti e della necropoli di Castenaso, con le ricche tombe a ossario che hanno restituito, accanto ai resti combusti dei defunti, il corredo di vasi e oggetti personali che dovevano rappresentare, dopo la morte, il rango avuto in vita dal proprietario.
Dopo un silenzio che copre quasi cinque secoli, si passa al più noto e vivace mondo dei Romani della colonia di Bononia (fondata nel 189 a.C.) e del municipio di Claterna. La vita dei coloni romani riemerge negli oggetti rinvenuti nel terreno fra i resti delle fattorie: la bella ceramica da mensa, quella più modesta o rozza da cucina, i vasetti per bere, i resti di tante ampolle in vetro per profumi o di lucerne decorate, anfore, macine e persino un frammento di vetro da finestra.
Un piccolo plastico propone la ricostruzione di una abitazione del IV secolo d.C., e dell’aia che la circondava; un modello di groma, lo strumento utilizzato dai romani per tracciare le strade perpendicolari fra di loro, è collocato accanto ad una grande foto panoramica del territorio nella sua configurazione attuale.
La visita si conclude sui riti funebri del mondo romano con la ricostruzione di due tombe, una in tegole e una in mattoni (rispettivamente del I e del IV sec. d.C.), provenienti dai sepolcreti di due fattorie.
Il 21 maggio 2011, il museo è stato intitolato alla Professoressa Elsa Silvestri, studiosa e ricercatrice nell’ambito della conservazione e valorizzazione del patrimonio ambientale, archeologico e paleoambientale, che lo aveva fortemente voluto e realizzato nel 1982.
• E. Silvestri, Guida 1.Il Museo civico archeologico e paleoambientale, Budrio, s.d.
• La macchina del tempo racconta: Budrio fra Zena-Savena e Quaderna e il suo museo, Budrio, 1995