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Il palazzo comunale e la torre dell’orologio

Scheda

Nome Descrizione
Indirizzo Piazza Filopanti, 11
Il Palazzo Comunale, “Palazzo Torre”, sede del Municipio, risale al secolo XIV, quando sorse il primo edificio del complesso: la Torre detta ora dell’Orologio , anticamente della Guardia, poiché tale era la sua funzione. Derivata dalla ricostruzione del paese operata dal cardinale Albornoz dal 1363 al 1379, era la più importante fortificazione del paese. E tale rimase fino al 1870-71, quando fu abbassata e del tutto ristrutturata, con l’aggiunta anche di una corona di merli ghibellini, “con il disegno e l’opera gratuita” dell’ingegnere budriese Luigi Menarini, come attestano, sull’arco del voltone, le due epigrafi dettate da Giosue Carducci.( Foto: - Budrio 1870 circa, p.29 di “E’ Budrio…”, oppure quella che avevate già messo p.3di4(la prima)

Presso la Torre della Guardia, circa a metà del secolo XV, venne costruito un vasto fabbricato, proprietà dapprima dei signori Manzoli, poi della ricca e illustre famiglia budriese dei Benni, i quali, nel 1678, lo cedettero alle Suore Serve di Maria, che ne fecero il loro convento. Il palazzo passò poi, con i beni delle Confraternite religiose e delle Opere Pie budriesi, alla “Congregazione di Carità” e da questa fu venduto nel 1877 al Comune, che voleva trasformarlo nella sua sede ufficiale. Nel 1879 ebbero inizio i lavori di restauro ( o meglio di totale rifacimento), diretti sempre da Luigi Menarini, che, in omaggio ai dettami della moda artistica in voga, adotta per la facciata lo stesso stile neogotico usato per la Torre. Dell’antico prospetto furono mantenuti soltanto, insieme all’impostazione di base, le cornici di alcune finestre del primo piano e due piatti ornamentali di ceramica faentina ritrovati nello smantellamento dell’ultimo piano e collocati in alto sulla facciata (il secondo e il quarto per chi guarda); gli altri quattro, frantumati e irrecuperabili, furono sostituiti con fedeli copie eseguite a Faenza. Anche il Palazzo fu ornato di merli ghibellini e unito alla Torre, costituendo un complesso omogeneo ed equilibrato. Sulla facciata, su cui vennero poste nel 1889 epigrafi commemorative e medaglioni dedicati a Garibaldi e a Mazzini, furono murate le lapidi in arenaria dei secoli XV e XVI, con gli stemmi di commissari inviati a Budrio in quei tempi dal governo bolognese per amministrare la giustizia.

Finiti i lavori esterni, il Palazzo Comunale fu inaugurato il 21 agosto del 1881 con una grande festa e molti discorsi di illustri oratori, fra cui Filopanti.

Si passò quindi alla sistemazione interna degli uffici, in particolare della sala del Consiglio.

Il progetto dell’ornamentazione dell’ambiente (i cui lavori terminarono nel 1885) fu di Alfonso Rubbiani, noto progettista di restauri, che in quegli anni partecipava attivamente alla vita di Budrio, essendo consigliere comunale (1879-1889), più volte assessore e vicesindaco. Tutti gli arredi lignei furono eseguiti su disegni suoi; suoi pure i disegni delle elegantissime cancellate divisorie in ferro battuto, le vetrate e la composizione delle quattro suggestive epigrafi dipinte sulle pareti, rievocanti la storia di Budrio. La restante decorazione fu opera del pittore Achille Casanova, che dipinse gli stemmi delle frazioni e del Comune ai lati delle epigrafi , usando come sfondo floreale il motivo degli steli della canapa, la pianta che fu per gran tempo vanto e ricchezza dell’agricoltura budriese.

Sulla porta di ingresso della sala, nel 1895, fu posto il busto di Quirico Filopanti, morto l’anno prima.

Nel 1906 fu completato l’elegante scalone d'accesso , a capo del quale un leone marmoreo poggiato sul capitello di una colonnetta ottagonale, regge lo stemma di Budrio, opera dello scultore budriese Arturo Orsoni.

Nel 1911 un altro artista budriese, Giovanni Venturoli, decorò in un arioso stile liberty l’atrio e le pareti laterali dello scalone, alternando massime latine sul buon governo agli stemmi delle frazioni.

Nell’atrio trova oggi la sua collocazione anche il congegno meccanico , restaurato nel 1999, con i suoi pesi e la sua splendida pendola, che ha fatto funzionare l’orologio della Torre fino a che i moderni meccanismi al quarzo non l’hanno sostituito. Costruito da Antonio Clodoveo Franchini nel 1871, secondo tecniche secentesche, entrò in funzione nello stesso anno, nella Torre appena restaurata dal Menarini.

A completare poi l’opera di ricupero totale del Palazzo Comunale, sulla cima della Torre svetta nuovamente l’antico leoncino che fungeva da banderuola, ricuperato e restaurato nel 1998: frutto di una tecnica manuale ed artigianale antica, come evidenziano le linee rotondeggianti della testa dell’animale, rappresenta più un cucciolo che non il leone adulto e superbo dello stemma e del Gonfalone del Comune.

Oggi, negli uffici e nei corridoi dei vari piani si possono ammirare opere di artisti locali ed internazionali, donati al Comune dopo esposizioni, che formano una vera e propria galleria di arte moderna offerta gratuitamente e sempre fruibile dai cittadini.

Davanti al Palazzo Comunale si apre la piazza (già Piazza Maggiore) intitolata a Quirico Filopanti nel 1895. Al centro campeggia il monumento in bronzo , sempre a lui dedicato, opera dello scultore Tullo Golfarelli, eretto nel 1913.