Bagnarola
Scheda
Di origine antichissima, già sede di Etruschi, Galli e Romani - come attestano i numerosi reperti archeologici - nel Medioevo fu una floridissima comunità con una vasta giurisdizione e un abitato protetto da fortificazioni: era divisa in quattro quartieri a cui corrispondevano quattro parrocchie. Nel Duecento era retta da un Podestà inviato dal Comune di Bologna. Il toponimo Balnearola (luogo per bagni), come la fontana presente nello stemma, indica che nell’antichità era molto ricca d’acque, attraversato da numerosi scoli, che con i loro straripamenti creavano tratti paludosi. Ma, bonificata e divenuta floridissima, fu scelta da ricche famiglie dell’aristocrazia bolognese, come i Bentivoglio, i Malvezzi-Campeggi, i Ranuzzi-Cospi, che vi innalzarono, tra i secoli XVI e XVIII, superbe ville, che le valsero il titolo di “Versailles del Bolognese” e che ancor oggi attestano un passato di sfarzo e di ricchezza.
Sparse nella florida campagna, numerose sono le antiche case coloniche, con il tetto a spioventi, gli ampi fienili di forma quadrangolare con alti pilastri, tipici della pianura bolognese.
Nella chiesa parrocchiale , intitolata ai santi Giacomo e Biagio, le cui prime descrizioni certe risalgono al secolo XVI, ma che assunse l’aspetto attuale nei grandi restauri di fine Ottocento-inizi Novecento, è conservata una pregevole opera della pittrice bolognese Elisabetta Sirani (1638-1665), la Madonna della Cintura.
Sparse nella florida campagna, numerose sono le antiche case coloniche, con il tetto a spioventi, gli ampi fienili di forma quadrangolare con alti pilastri, tipici della pianura bolognese.
Nella chiesa parrocchiale , intitolata ai santi Giacomo e Biagio, le cui prime descrizioni certe risalgono al secolo XVI, ma che assunse l’aspetto attuale nei grandi restauri di fine Ottocento-inizi Novecento, è conservata una pregevole opera della pittrice bolognese Elisabetta Sirani (1638-1665), la Madonna della Cintura.