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80 anni dall’8 settembre 1943 - Con l’armistizio arriva il momento delle scelte

8 settembre 2023

L'8 settembre 1943, alle 19,42, il Maresciallo Pietro Badoglio annuncia alla radio l'armistizio con le forze alleate anglo-americane. Dopo più di tre anni di una guerra disastrosa al fianco dell'esercito tedesco, l'Italia capitola.
Nei giorni successivi il Regno d'Italia va in frantumi, il re fugge e lascia un esercito di quasi un milione di uomini, impiegati sui vari fronti del conflitto mondiale, senza direttive e senza guida, portandolo allo sbando. Considerati dai tedeschi ormai come nemici, più di 750 mila soldati italiani furono deportati nei campi di concentramento in Germania, oppure vennero fisicamente eliminati.
Ricordiamo i tragici (ed eroici) eventi di Cefalonia in Grecia, dove reparti dell'esercito italiano, in particolare la Divisione Acqui, vengono annientati (oltre un migliaio di soldati uccisi e circa 2000 deportati) dai tedeschi, perché si rifiutano di entrare nelle fila dell'esercito nazista. 
La stragrande maggioranza dei militari italiani rifiuterà di giurare fedeltà a Mussolini e di aderire alla nascente Repubblica Sociale Italiana, scegliendo di rimanere nei lager fino alla fine della guerra, in condizioni non molto diverse da quelle dei deportati comuni.
A Budrio, allora come oggi, vi era un presidio dell'Esercito presso la Caserma Ciarpaglini, dove oggi ha sede il Sesto Reggimento Logistico di Supporto Generale. Anche qui, dopo il fatidico annuncio di Badoglio, i militari, soldati e ufficiali, non sanno cosa fare. Di questi giorni drammatici, abbiamo un resoconto che ci viene dal diario di un fascista budriese, M. C., addetto al servizio di protezione antiaerea di Budrio. Le parole che leggiamo sono davvero significative:

8 settembre. La radio alle ore 19,30 annunzia l'avvenuto armistizio fra l'Italia e gli Anglo-Americani. La popolazione, credendo la fine della guerra, è in giubilo. Si è subito formato un gruppo composto dal Sovversivismo locale il quale, minaccioso, scorrazza per le vie del paese. Si inneggia alla Russia e si invocano le insegne falce e martello.

10 settembre. Truppe tedesche montano la guardia alla radio [ai trasmettitori installati nei pressi di Budrio]. Notizie dell'arrivo a Budrio di truppe tedesche mette l'allarme specialmente fra i militari del presidio locale, i componenti del quale si disperdono nella tema di essere catturati. Soldati ufficiali svestono l'abito militare... Nel pomeriggio molto pubblico ha avuto conoscenza che nei locali ad uso magazzino, così detti capannoni, si prelevano copertoni di ogni genere. In un primo tempo mediante annotazione delle persone che ritirano la merce poi [...] senza controllo e misura. Sono pure stati asportati barili d'olio e di benzina. Verso sera sono giunti una trentina di soldati tedeschi i quali hanno presidiato detti capannoni, il silos e piantonati i ponti stradali e ferroviari. Da questo momento Budrio è sotto la tutela delle truppe tedesche.

12 settembre. La radio delle ore 24 annunzia: "Il piano Badoglio di consegnare Mussolini agli anglo-americani è stato sventato. Un gruppo di paracadutisti e velivoli hanno portato in salvo Mussolini".

13 settembre. Un bando per mantenimento dell'ordine pubblico è stato oggi pubblicato a Budrio”. 
Sono righe concitate, che al di là dell'enfasi retorica e ideologica, ben fotografano il clima di incertezza, confusione, sbando e anche di giubilo per la (presunta) fine della guerra. Non sappiamo ancora che fine faranno i soldati e gli ufficiali della Ciarpaglini: alcuni fuggiranno, tornando a piedi fortunosamente nelle proprie zone d'origine, impiegando anche mesi rischiando la vita, altri verranno catturati, altri ancora sceglieranno di entrare
nella lotta di liberazione. 

Tempo di scelte, dunque: scegliere da che parte stare, scegliere cosa fare della propria vita. Il tema della scelta è un importante indicatore per comprendere come si formò il movimento partigiano. Tutti i ragazzi maschi dai 18 anni in su erano richiamati alle armi, (per entrare nell'esercito della neonata Repubblica Sociale) e non tutti si presentano ai bandi di reclutamento, scegliendo più o meno coscientemente di combattere il nazifascismo, o comunque di non accettare di tornare a combattere una guerra che aveva già mostrato ampiamente i propri orrori.
Scegliere di non presentarsi alla leva è un indizio interessante anche per comprendere che a Budrio, come in tutta Italia, il movimento antifascista si presenta sulla scena già da subito, dopo l’armistizio. Dobbiamo precisare che la scelta di rifiutare la leva ha anche connotati non strettamente legati alla politica, bensì alla sopravvivenza, propria, della famiglia e anche della comunità. Ė il caso del fornaio di Bagnarola, Gamberini Giuseppe, richiamato in servizio presso la 68^ Legione di Imola che chiede di essere esonerato dalla leva per potere tenere aperto il suo forno, l'unico della frazione.
Le poche righe del fascista budriese M. C. sulla situazione a Budrio dopo l'8 settembre 1943 ci danno anche un importante indizio su un altro aspetto: a Budrio gli antifascisti sono organizzati, vengono allo scoperto e di lì a
pochissimo entreranno a far parte del movimento di liberazione. 
L'8 settembre 1943 rappresenta dunque anche la data d'inizio della Resistenza e in quei giorni si organizza il movimento clandestino. Il 16 settembre nasce a Bologna il Comitato di Liberazione Nazionale, con l'obiettivo di organizzare la Resistenza, con la tecnica della guerriglia. Ma l'idea dei dirigenti dei partiti antifascisti è che la guerriglia si fa in montagna, e non nelle nostre pianure (si dovrà arrivare all'estate del 1944 per organizzare la Resistenza in pianura,). E così i giovani di Budrio e di tutta la provincia bolognese, che hanno scelto di combattere il fascismo, vengono reclutati e mandati a combattere sull'Appennino romagnolo o addirittura sulle Alpi.
“Avevo 18 anni nel 1943 - dice Giorgio Vicchi, partigiano bolognese - e dopo l'8 settembre, invece di presentarmi in caserma per l'arruolamento, ho deciso di andare a fare il partigiano. Siamo partiti da porta San Mamolo con un mezzo clandestino e quando sono sceso ho visto davanti a me le montagne della Valsugana. Non le avevo mai viste, al massimo ero andato a San Luca”.

Venerdi 10 settembre 1943, i tedeschi occupano questo territorio. È l'inizio di una storia di occupazione che avrà fine il 20 aprile 1945 con la liberazione di Budrio e il 25 aprile con quella di Milano.

A cura di

Nome Descrizione
Descrizione Gestione del registro anagrafico, stato civile, servizio elettorale, servizio di leva
Area Settore Affari Generali
Responsabile Diego Baccilieri
Referente Natascia Tampieri
Personale Assunta Barattolo
Giacomo Minozzi
Alessandro Bressan
Susi Nutile
Roberto Totti
Elisa Calori
Indirizzo Piazza Filopanti, 11
Telefono 051.6928290 per appuntamento
800.215255 (Numero verde)
Fax 051 6928285
Email urp@comune.budrio.bo.it
Note Orario in vigore dal 17 aprile al 30 dicembre 2023 - ordinanza sindacale n. 3/2023
Apertura al pubblico
Giorno Orario
Lunedì CHIUSO (per contatti: 0516928290 e mail: anagrafe@comune.budrio.bo.it)
Martedì 8:00-13:00 accesso libero
Mercoledì 8:00-13:00 accesso libero
Giovedì 13:00 – 17:00 su appuntamento
Venerdì 8:00-13:00 accesso libero
Sabato 8.30 alle 12 - su appuntamento (solo per residenti a Budrio), servizio sospeso nei mesi di luglio ed agosto

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